Al Novikov di Londra

Al Novikov di Londra

Riccardo Del Gatto è un ragazzo di ventiquattro anni, originario di Porto San Giorgio, che all’apparenza potrebbe sembrare come tanti altri, ma quando inizia a raccontarti delle sue esperienze, dei suoi viaggi, di cosa ha visto e fatto, beh, è in quel momento che capisci come questo 24enne sia veramente fuori dal comune. Le sue storie lasciano a bocca aperta…

Tutto ha inizio con un viaggio, con una decisione: lasciare l’Italia e le Marche per cercare fortuna all’estero. Siamo nel marzo del 2011.

Riccardo ha molte idee per la testa, molti posti in cui vorrebbe andare, ma come capita a tanti italiani che tentano un’avventura all’estero, il nostro protagonista si ritrova a muovere i primi passi nella città per eccellenza di tutti gli stranieri: Londra.

La decisione era stata presa alla pazza e Riccardo si era dato sei mesi per giocarsi le sue carte, vedere come girasse la situazione e capire se ce l’avrebbe potuta fare oppure no.

“Avevo solo 19 anni quando decisi di lasciare l’Italia. Avevo deciso di restare solo per pochi mesi, ma subito le cose hanno preso una piega giusta, ho iniziato a lavorare e mi sono ambientato senza problemi. Ogni sei mesi dicevo che sarei tornato a casa e alla fine decidevo di prolungare la mia permanenza di altri sei mesi.”

Riccardo resterà a Londra per ben tre anni.

Riccardo a lavoro

Riccardo a lavoro

E’ qui che la storia di questo giovane ragazzo assume un’inclinazione impensabile, fuori dal comune. Infatti Riccardo aveva trovato lavoro all’inizio come cameriere in un ristorante, per poi salire di rango e di livello, fino a diventare uno dei sommelier (il più giovane di tutti) della sala asiatica al famoso ristorante Novikov, vicino Hyde Park. Un ottimo impiego, grandi responsabilità, una stabilità acquisita. A soli 22 anni. E tutto partendo da zero, perché a Londra chi è bravo, rispettoso e professionale viene facilmente ricompensato. E’ normale: si tratta di meritocrazia.

Eppure c’era qualcosa che inquietava Riccardo:

“Dopo un anno e mezzo al Novikov, ho iniziato ad avere paura. Ero contento del mio lavoro, di cosa ero diventato, eppure tutta questa responsabilità, questo potermi sentire arrivato già a 22 anni mi spaventava. Lasciandomi inquieto. Non fraintendermi, stavo bene, eppure vedevo gli altri fare esperienze, girare il mondo, mentre io già mi stavo “accasando”. Ho provato a ignorare la cosa, a credere che fosse tutta una sciocchezza, una pazzia, eppure quest’idea, buum, bum, mi martellava in testa.  A tal punto che mi sono detto: ‘No, basta, lo devo fare pure io.”

Riccardo a Sydney

Riccardo a Sydney

Al Novikov, pensate, c’era persino l’idea di offrirgli un posto da Supervisor, ma a Riccardo non interessava (per quanto fosse grato a loro per tutto): lui voleva partire. E così a novembre del 2013, il nostro protagonista fa le valigie e se ne va da Londra. Destinazione: Sydney, Nuovo Galles del Sud, Australia.

Dall’altro capo del mondo.

Andare in Australia non è semplice, ma se si ha meno di trent’anni è possibile usufruire di un Working-Holiday Visa (un visto vacanza-lavoro) della durata di un anno, con la possibilità di essere rinnovato per un secondo.

“Non avevo idee chiare appena arrivato. Volevo lavorare e spostarmi frequentemente per godermi l’Australia e scoprirla il più possibile. A Sydney ho trovato lavoro come cameriere in un ristorante gestito da due italiani di nome “Popolo”. Avevo provato all’inizio, grazie a un importatore di vini, a importare in Italia i vini di Maria Castelli, ma c’erano troppe tasse e quindi ho dovuto lasciar perdere.”

Arance ne abbiamo?

Arance ne abbiamo?

Al “Popolo” Riccardo si trovava molto bene, ma il Working-Holiday Visa non permette di lavorare per lo stesso datore di lavoro per più di sei mesi e

quindi, complice il desiderio di viaggiare, Del Gatto decide di spostarsi nuovamente.  Lui voleva fare esperienza. Sei mesi a Sydney non erano sufficienti per sentirsi soddisfatto. Voleva di più.

Dovete sapere che, per avere il visto rinnovato un secondo anno, è obbligatorio trascorrere ottantotto giorni nelle Farms, grandi aziende agricole sparse in tutta l’Australia, dove moltissimi giovani vanno a lavorare per poter trascorrere un altro anno in terra australiana. I motivi sono molti e validi per voler rimanere un anno in più e Riccardo, desideroso di viaggiare, sceglie di andare subito nelle Farms, farsi i suoi giorni e non pensarci più. Si parte di nuovo. Questa volta in direzione Queensland, una regione nel nord dell’Australia.

Nelle Farms....

Nelle Farms….

“L’idea era di arrivare da Sydney fino a Cairns, costeggiando tutta la costa est, e lì trovare una farm dove poter lavorare. Io e alcuni amici miei, fra cui un ragazzo del Lazio di nome Angelo, abbiamo comprato una macchina e ci siamo messi in marcia. Purtroppo abbiamo trovato molti problemi lungo la strada, la macchina si è rotta e abbiamo dovuto spendere un sacco di soldi per ripararla. Di conseguenza i nostri piani si sono dovuti adattare alle esigenze e ci siamo fermati all’altezza di Bundaberg, 400 km sopra Brisbane. Per la precisione a Mundubbera, tre ore di macchina verso l’interno. In mezzo al nulla più totale.”

Nel deserto...

Nel deserto…

Immaginate un territorio grande quanto le Marche dove ci vivono solo mille persone.  Questa era Mundubbera.  Qui Riccardo trova lavoro come raccoglitore in una coltivazione di mandarini. Purtroppo il meteo non è clemente e a causa della piogge e della tardiva maturazione dei mandarini, il nostro protagonista riesce a lavorare solo 30 giorni effettivi. Ne mancavano ancora 58 e a novembre il visto sarebbe scaduto. I tempi iniziavano a farsi stretti.

Non c’era un minuto da perdere. E così Riccardo, insieme al suo fidato compagno di viaggi Angelo, decide di puntare direttamente a Darwin, capoluogo dei Territori del Nord, per trovare un lavoro che gli permettesse di colmare i giorni che gli mancavano.

In viaggio...

In viaggio…

“Forse è stato un po’ avventato. Forse è stata una cosa molto all’italiana. Ma per non perdere tempo abbiamo tagliato per il deserto, attraversando il centro dell’Australia. Quattro giorni in mezzo al vuoto più totale, con le taniche di benzina a bordo del fuoristrada, con la paura di rimanere a secco e con le rare stazioni di servizio che si tramutavano in vere e proprie oasi salvifiche. “

Caldo?

Caldo?

Dopo questa avventura nel deserto, finalmente eccoci a Darwin. Qui Riccardo riesce a lavorare quaranta giorni in una casa, dove conosce una delle persone più particolari della sua vita: un 68enne di origine ungherese di nome Andrish, che gli offre vitto e alloggio e la possibilità di completare i giorni mancanti nelle farms, semplicemente aiutandolo a ristrutturare casa sua. Avrebbe voluta venderla, per poi trasferirsi in Cambogia dalla fidanzata.

Insomma: una vera fortuna. Il lavoro non è molto, i giorni passano, ma allo stesso tempo le risorse finanziarie  si fanno scarse. Inoltre mancavano ancora una ventina di giorni per ottenere il rinnovo del visto e Riccardo aveva bisogno di lavorare nuovamente.

Fishing...

Fishing…

“L’idea mi è venuta subito. Sapevo che al porto di Darwin cercavano dei marinai da imbarcare su dei pescherecci. E spesso non occorreva manco avere esperienza. Inoltre non era periodo per le coltivazioni, quindi le opzioni non erano poi molte. Sta di fatto che ho trovato un capitano disposto a imbarcarmi e sono partito per una sessione di pesca nel Mare di Arafura. Sarei stato un mese a bordo e mi sarei potuto finalmente togliere il peso delle farms.” 

Dai 30 giorni che Riccardo sarebbe dovuto rimanere imbarcato, finisce che ne trascorre a bordo 53, per via di una tempesta tropicale che li aveva colti in alto mare e aveva obbligato il peschereccio a trovare rifugio su un’isola abbandonata per diversi giorni. Tempo sottratto alla pesca, che si sarebbe poi dovuto recuperare.

“Un’esperienza unica. E poi per un sangiorgese come me! Proprio l’ideale…Ho fatto il bagno con gli squali, visto le balene e i delfini, pescato le aragoste rosse (e mangiato, ovviamente). Ma è stato anche un periodo molto duro, in quanto il mare non ti lascia tregua neanche un secondo. “

Un sorriso da squali...

Un sorriso da squali…

Dopo la prima esperienza a bordo, Riccardo si imbarca nuovamente altre due volte, con l’idea di mettere i soldi da parte per poi spostarsi in Asia nell’estate 2015. Purtroppo le cose non vanno molto bene, di pesci se ne prendono pochi e si ritorna nuovamente in ristrettezze economiche. Non è più tempo di stare a Darwin, ma bisogna nuovamente spostarsi in cerca di fortune maggiori.

Bisogna tornare in una grande città.

Al tramonto...

Al tramonto…

“Volevo tornare a lavorare nel mondo della ristorazione e sapevo che solo in una grande città avrei trovato quello che faceva di più al caso mio. Per questo ho preso un aereo e, senza tanto pensarci, me ne sono andato a Melbourne, nella punta più a sud dell’Australia, ovvero nella regione Victoria. Ti dico come stavo messo: ero arrivato a Melbourne con solo 200 dollari in tasca, tanto che ho dovuto lasciare il passaporto come garanzia in ostello, per farmi dare una stanza. Ero a corto, ma sapevo che avrei trovato subito lavoro. E così è stato…”

Oggi Riccardo Del Gatto lavora in un famoso ristorante di Melbourne, grazie anche alle esperienze passate in Inghilterra. Lavora per Guy Grossi (famoso per fare Masterchef Australia) e si trova molto bene nell’ambiente lavorativo che più fa per lui.

E’ contento di tutti i posti e le esperienze che ha fatto in un anno girando l’Australia da nord a sud, ma sa già che non resterà per molto a Melbourne.

“Non sono ancora stanco. Voglio ancora girare. Penso che resterò qui fino a fine estate, poi il mio sogno sarebbe quello di trascorrere finalmente qualche mese anche in Asia. Dopo credo che tornerò a casa, a Porto San Giorgio, per Natale. In fondo sono quasi due anni che sono lontano dall’Italia e che non vedo mia madre. “

Il futuro chissà cosa tiene in serbo per Riccardo: forse tornerà a Londra, la sua seconda casa, forse tornerà in Italia o forse partirà per il Sud America. Non è dato saperlo. Eppure guardare Riccardo negli occhi permette di capire molte cose: è un ragazzo che sa decisamente il fatto suo. Tanto che quando gli chiedo del perché se ne sia andato dall’Italia, mi risponde così:

Incontri marsupiali...

Incontri marsupiali…

“Finita la ragioneria, avevo visto che in Italia di possibilità ce ne erano veramente poche. Vedevo che non c’era serietà, lo avevo visto soprattutto tramite mia madre, che aveva sempre avuto grane col lavoro. E io non volevo tutto ciò. All’estero le cose funzionano meglio ed esiste una cosa che in Italia solo in pochi conoscono: la meritocrazia. Chi è bravo, viene premiato, e chi non ha esperienza, gli viene concessa la possibilità di farla. Inoltre qui in Australia si vive molto bene, si guadagna alla grande e lo stile di vita è fantastico. Però è lontana e casa, la mia terra, i miei amici, la mia gente……manca tanto….”

E se dovessero offrirgli lo sponsor per rimanere in Australia?

“Sarei in difficoltà, parecchio….vedremo….”