Idolo Hoxhvogli, ha 28 anni, è nato a Tirana e vive a Porto San Giorgio.

Idolo Hoxhvogli, autore di Introduzione al Mondo

Idolo Hoxhvogli, autore di Introduzione al Mondo

Scrittore, autore, opinionista, ma guai a chiamarlo filosofo.

Tra i suoi lavori ricordiamo, il piú prestigioso, Introduzione al mondo, pubblicato da Scepsi & Mattana nel 2012. Collabora con 24 Letture del Sole 24 Ore e Quasi Rete della Gazzetta dello Sport e i suoi scritti sono presenti in numerose antologie e riviste italiane e straniere, tra cui «Gradiva International Journal of Italian Poetry» (State University of New York at Stony Brook) e «Cuadernos de Filología Italiana» (Universidad Complutense de Madrid)

Lo intervistiamo per conoscere meglio questo eclettico autore e parlare dei suoi futuri progetti.

 

1) Ciao Idolo, partiamo subito con il botto e senza girarci tanto attorno, quindi ti faccio subito una domanda un po’ scomoda:

Diciamo che qualcuno, dopo la lettura del tuo libro, ha osato affermare la tua inesistenza: ovvero che Idolo Hoxhvogli non esisteva e che  Introduzione al mondo fosse solo la raffinata burla di un docente universitario.

A dispetto dei negazionisti, Idolo Hoxhvogli esiste eccome. Ma chi è realmente Idolo Hoxhvogli?

Possono parlare di me come autore i lettori di Introduzione al mondo, molti critici, l’editore Scepsi & Mattana, i redattori e lettori delle decine di sedi editoriali con cui ho collaborato. Le persone che affermano provocatoriamente la mia inesistenza hanno una vita così vuota che il nulla, paragonato a loro, è pieno come un uovo. Alcuni pavidi pseudointellettuali – non potendo praticare la violenza urbana – cercano la rissa online. Queste persone vogliono essere restituite alla vita, vita in cui spesso vince la forza, non la verità: la costruzione della verità è un atto di forza. Li invito dunque a misurarsi sul ring e sulle dodici riprese per stabilire la verità.

2) Ti aspettavi questo successo, soprattutto dal punto di vista della critica?

Non mi aspettavo nulla. Scrivere aspettandosi qualcosa è artisticamente e umanamente piccolo. Si scrive per dire qualcosa, per esprimere qualcosa. Tutto quello che viene dopo è una conseguenza, non un fine. Se ribaltiamo l’ordine delle cose facciamo marketing, non letteratura. Non sto negando l’importanza dei destinatari, sto solo dicendo che la discussione circa il pubblico di un’opera mi ricorda certe noiose lezioni delle scuole medie. L’artista deve creare l’opera d’arte. Non deve pensare ad altro. Il pubblico cambia: cosa deve fare l’artista? Cambiare l’opera a seconda del pubblico? Non parliamo di queste cose, sono discussioni inutili da poeti laureati.

 

La copertina di "Introduzione al Mondo"

La copertina di “Introduzione al Mondo”

3) Qual è stata la scintilla che ha permesso al tuo libro di ottenere consensi? Qual è la parte del libro che ti rappresenta maggiormente?

Il merito è stato di una bottiglia molotov che ho scagliato a casa di un famoso redattore. La molotov ha spaccato la finestra ed è finita nella camera da letto del boss. Lui si è spaventato e ha girato delle maniglie per farmi ottenere consensi. Ovviamente scherzo. La parte che mi rappresenta di più è la nota biobibliografica, dicono qualcosa di me anche il carattere tipografico, l’indice e la prosa “Gatto delle nevi”.

 

 4) La tua scrittura, il tuo stile, mostrano chiaramente grande  documentazione e ricerca, o sbaglio? 

La letteratura è una forma d’arte. Lo stile, la maestria dell’artista, deve essere  migliorato e perfezionato con la continua ricerca. Lo studio e l’allenamento sono  necessari così come i tuffi senza paracadute nella vita.

 

5) Sono passati quasi due anni dalla pubblicazione di Introduzione al mondo. Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in mente un romanzo?

I miei progetti sono questi: fare meglio ciò che ho fatto fino ad ora di interessante e utile; abbandonare ciò che mi arreca nocumento; scrivere libri significativi; vivere la parentesi che mi è concessa nell’infinita storia dell’universo infinito. Ho in mente un grandissimo romanzo, ma lo scriverà qualcun altro su non so quale vicenda.

6) Da molti sei considerato un intellettuale. Ti ritieni tale o no? In tal senso gira un aneddoto sul tuo conto. Perché non ce ne parli?

Una volta, col ghigno tipico di chi vorrebbe ma non può, un conoscente radical chic mi ha detto: «Tu sei un intellettuale». La mia risposta è stata: «Io sono uno che ti mette le mani addosso». Non mi ritengo un intellettuale. Mi ritengo, per ora, un fuoriclasse della cacegghia, un lettore, un autore e un guardaspiaggia.

7) Alcuni sostengono che Introduzione al mondo sia un libro arrabbiato, spigoloso, non per tutti.

La vita di uno scrittore è come quella di un pugile spesso e volentieri....

La vita di uno scrittore è come quella di un pugile spesso e volentieri….

A me non era sembrato, ma é veramente cosí? 

Molte persone più preparate di me hanno definito Introduzione al mondo “letteratura”. Io di questo sono onorato. Per me solo pochissimi autori producono autentica letteratura, e i valori intellettuali e umani di chi produce letteratura devono essere – pur nella diversità – straordinari. La letteratura è arte, cocktail inebriante di universale e singolare, concreto e trascendentale. Per me l’umiltà è un valore, l’umiltà è l’essenza della vita: homo (uomo), humus (terra) e humilitas (umiltà) hanno la stessa radice. Se il libro è arrabbiato o meno non importa, l’importante è che non mi arrabbi io.

8) Se volessi spiegare il tuo libro in poche parole a una persona qualsiasi, diciamo come mia nonna, come lo riassumeresti?

L’introduzione al mondo è la decapitazione dell’eccesso d’anima, nonna.

Poi le chiederei pane, burro e marmellata.

9) Hai scelto, nonostante i numerosi inviti, di non fare presentazioni e conferenze in giro per l’Italia. Vorrei sapere perché? ?

Non voglio alimentare il mercato nero degli eventi culturali. Nessuno può mettersi dietro a una cattedra, perché di fronte alla verità siamo tutti piccoli alunni. Non faccio conferenze e presentazioni perché non sono un uomo di spettacolo e intrattenimento. E se lo fossi, non sarebbe durante gli eventi cool-turali o cul-turali che mi esprimerei. Questo per ora e nei luoghi che frequento attualmente. Mi riservo la possibilità di cambiare idea in caso di eventi per me significativi. Se qualcuno vuole conoscermi può invitarmi a fare una passeggiata o a prendere qualcosa da bere. Per ora è così, domani non lo so.

10) Scrivere un libro non è facile, molti ci provano, pochissimi raggiungono risultati significativi. Che consigli daresti a chi volesse addentrarsi nel mondo della scrittura? Com’è la situazione dell’editoria italiana?

Non posso dare consigli perché ne so poco. Quello che posso dire è questo: se credi in te stesso, impegnati per promuovere il tuo lavoro nelle modalità che ritieni più opportune.

Machiavelli diceva: «La natura genera pochi uomini gagliardi, l’industria e l’esercizio ne fa assai».

11) Last but not least. Baudelaire diceva: «Per scrivere rapidamente, bisogna aver pensato a lungo».

Ti rigiro la frase cambiandola: «Per scrivere, bisogna aver vissuto molto». Cosa ne pensi?

Se non vivi, di cosa scrivi? Della non-vita. A chi interessa la non-vita, se non a quelli che hanno paura? La scrittura non è per i pavidi. Potete essere servi col corpo, mai con la mente e col cuore. Non tollero i molti leccapiedi degli ambienti editoriali, culturali e accademici. Non li tollero, come gli scarafaggi tra le lenzuola. Non hanno attributi. L’esistenza materiale condanna molti uomini alla servitù. Gli pseudo-cervelli servi di un potere anti-umano sono immorali e corrotti.

Le vere puttane stanno nella cultura, non sopra i marciapiedi.